Descrizione
Cos’è il linguaggio, qual è la sua origine e il suo rapporto con il mito? E ancora, che ruolo ha la lingua nell’opera di Tolkien, perché l’autore del Signore degli Anelli considera l’uomo una “luce riflessa” capace di sub-creare mondi immaginari tramite le parole? Come ci dice Verlyn Flieger in questo volume «le parole sono espressione del mito, incarnazioni di concetti mitici e di una visione mitica del mondo.
La lingua ai suoi inizi non faceva alcuna distinzione tra il significato letterale di una parola e quello metaforico, come invece accade ora […]. Qualsiasi tipo di espressione era letterale e dava direttamente voce alla percezione dei fenomeni e alla partecipazione intuitiva e mitica ad essi da parte dell’umanità».
È a partire da questa teoria della parola e del mito (originariamente proposta da un altro Inkling, Owen Barfield) che Verlyn Flieger in Schegge di Luce elabora un’affascinante interpretazione dell’opera tolkieniana, che la critica considera, insieme a La via per la Terra di Mezzo di Tom Shippey (Marietti 2005), un testo imprescindibile per chiunque voglia cogliere in tutta la sua ricchezza il senso profondo del legendarium di Tolkien.
La prima collana italiana dedicata agli studi critici su “Tolkien e dintorni” non poteva quindi auspicare un esordio migliore. Presentazione di Claudio Antonio Testi
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