Aperta la prevendita di In Cerca di Draghi

Drago D’Amato ManfrediÈ giunto il giorno!!! Dopo aver descritto tutto il nostro lavoro per circa sei mesi, finalmente, siamo arrivati alla conclusione. La lunga selezione delle leggende e dei racconti sui Draghi in Italia ci ha portati a fare un’opera mai fatta prima: In cerca di Draghi è la più ampia raccolta di storie di draghi mai pubblicata in Italia. È un libro indispensabile per chi si stia documentando sul folklore per scrivere un fantasy con draghi ambientato in Italia. Sono trattate diverse specie: viverne classiche, basilischi dallo sguardo pietrificante, biscioni e regine delle serpi, draghi marini, bestie che rendono insalubre l’aria delle paludi e mostri capaci di abbattere alberi durante i temporali.
Per ogni storia sono state consultate diverse fonti e nelle note a fine libro ne viene segnalata la più accurata. Le fonti spaziano dalle vite dei santi della Legenda aurea di Jacopo da Varagine alle raccolte etnografiche dei piccoli musei. Le storie sono state riscritte per incontrare il gusto del pubblico di oggi, rimanendo fedeli alle fonti originali nello svolgimento delle vicende. Vi sono molti racconti riscritti da punti di vista femminili, generalmente assenti nelle versioni originali, e altri con il drago stesso come narratore (xenofiction).

ScreenshotIl volume sarà presente in anteprima al prossimo Salone Internazionale del Libro di Torinodal 9 al 13 maggio – con entrambi gli autori presenti: Emanuele Manfredi e Andrea Wise saranno al nostro stand disponibili a parlare con i lettori e a firmare autografi e disegnare scketch! Ci sarà anche una presentazione ufficiale… Ma non è finita qui!
Come promesso, vogliamo premiare tutti voi che ci avete seguito in questi mesi con tanti regali:
1) Il volume è infatti già disponibile in prevendita!
2) solo per chi comprerà in prevendita, ci sarà in omaggio un segnalibro col Drago e la firma di Emanuele Manfredi, da ricevere con il libro;
3) solo per chi comprerà in prevendita, ci sarà un racconto in versione digitale då ricevere via mail per alleviare l’attesa.

Sempre come promesso, ecco un secondo racconto per tutti voi da leggere subito!!!
Il volume arriverà in libreria e negli store online soltanto a partire da metà giugno, ma le spedizioni a chi ha effettuato la prevendita inizieranno già dal 1 giugno.

 

Il DRAGO DI OSOPPO

ScreenshotIl mio camino è spento da anni ma lo fisso lo stesso per lunghe ore, fino a che la luce che filtra dalla finestra non si affievolisce nel cuore della notte. Le ceneri sono fredde e immobili. Bussano alla porta. Ignoro i colpi e spero che il visitatore se ne vada.
Stasera, purtroppo, non sono fortunato. La porta si apre e un uomo si fa strada nella mia dimora buia. Porta con sé odore di bestiame. Ha il respiro corto per la salita, non osa toccare le sedie vuote, tutte girate verso il camino spento. Prende fiato e si china verso di me. «Perdonami, sono qui a implorare il tuo aiuto. Un drago flagella il villaggio, divora le nostre bestie e diffonde la peste con il suo terribile alito. Si nasconde nelle acque. Aiutaci, eremita, tu che digiuni sempre e per questo sarai nella grazia di Dio!»
Io scuoto la testa. Lui insiste, si inginocchia, tende le braccia fino a sfiorarmi le gambe. «Ti prego, i miei figli soffrono di stenti…»
Figli? Il sangue mi ribolle nelle vene, scatto in piedi e gli urlo «Non parlarmi di figli! Vattene! Che razza di padre sei? Se qui è pericoloso vivere, porta via la tua famiglia, fuggi il più lontano possibile e fallo in fretta!»
Lui sobbalza, si rimette in piedi tremando e balbetta due parole di scusa mentre indietreggia verso la porta. Gli sbatto l’anta in faccia e chiudo il catenaccio.
Fatico ad addormentarmi perché i ricordi dei miei figli mi contorcono le budella.
Mi ritrovo al cospetto di san Silvestro. Il grande domatore di draghi, a cui è dedicata la chiesa di Osoppo, è circondato da angeli. Lo supplico di aiutare la gente, lo imploro, ma per quanto mi sforzi di gridare, il santo non sembra udire le mie parole. Mi guarda appena il tempo necessario a muovere un dito e io precipito nell’abisso sotto i suoi piedi.
Mi sveglio nel cuore della notte, madido di sudore e con il cuore in tumulto. Esco di casa in cerca d’aria fresca. Un gorgoglio cupo sale dalle acque del lago, il drago ne emerge, accompagnato da belati e latrati che si trasformano presto in uggiolii. La gente delle case più vicine al lago fugge via, le loro torce si radunano davanti alla chiesa, mentre la bestia sazia il suo appetito. Visto che Silvestro non protegge questa gente, da domani pregherò san Rocco, patrono degli appestati.
Fumetto-Drago-OsoppoAl mattino, esco di buon’ora e mi presento alla porta del villaggio. Cerco, tra tutti quelli al lavoro per ricostruire i recinti devastati nella notte, l’uomo che era venuto da me. Mi dà le spalle, gli picchietto sulla schiena, si volta e spalanca gli occhi. Mi faccio piccolo davanti al suo dolore. «Mi dispiace per le vostre perdite». Gli mostro il mio martello. «Io non sono stato in grado di proteggere la mia famiglia e non penso di poter far nulla contro il drago. Sono qui con le mie mani, posso almeno aiutarvi a sistemare questo steccato, se me lo permetti». L’uomo accetta e mi fa spazio accanto a lui.
A mezzodì mi porta a tavola e mi presenta la sua famiglia. Mi fanno sedere sulla panca in mezzo a loro e tutti si tolgono un po’ di cibo dal piatto per riempire una scodella da darmi. È frico con polenta. Dorato e croccante come quello che faceva mia moglie. Anche il sapore è uguale. Mentre mangio, le lacrime scendono a rigarmi le guance. Qualcuno, non so chi, mi offre una spalla e il mio dolore si scioglie come un torrente in piena. Singhiozzo e un boccone mi scende di traverso. Tossisco più a lungo del necessario per avere il tempo di ricomporre i miei ricordi. Quando smetto di piangere, ho ben chiaro che cosa si può fare con il cibo giusto.
Chiedo a tutti quelli che possono di sacrificare un’ultima pecora. Me ne bastano sette. Le lego sul prato vicino al lago e aspettiamo che scenda la sera.
La bestia emerge e, da vicino, la puzza di putridume è tremenda. Ogni testa afferra una preda e la inghiotte con avidità. Le sette pecore scivolano insieme nelle gole del drago e arrivano contemporaneamente alla base dei colli, lì dovrebbe esserci l’imbocco dello stomaco. Il mostro deglutisce ma la carne si compatta. Spinge ancora, i muscoli di colli si gonfiano e le vene sporgono: da quell’ingorgo non passano né aria né sangue. Le contorsioni si fanno via via più forti, poi cessano con un ultimo sobbalzo. Infine il drago cade a terra e lì giace, immobile, soffocato dal suo stesso appetito.
La gente, che fino a quel momento attendeva nascosta fuori dal villaggio, ora esulta, balla, si abbraccia e include anche me nella sua gioia. Mi ringraziano, non ho fatto granchè ma sono felice per loro.
Ora è mattina e sono di nuovo a casa mia. Ho appena finito di riempire la dispensa con tutto il cibo che mi hanno regalato e ho scelto un piatto semplice per iniziare a cucinare. Ho spaccato la legna e acceso il fuoco. Giro le sedie verso il tavolo, più tardi potrei avere ospiti. Voglio che stiano comodi.

 

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