Una delle domande più frequenti tra i lettori del Signore degli Anelli è chi sia Tom Bombadil. La domanda è la stessa degli spettatori delle trilogie di Peter Jackson, ma solo perché il regista neozelandese ha escluso questo bizzarro personaggio dalle pellicole. Tolkien, invece, aveva i suoi buoni motivi per inserirlo all’inizio del suo capolavoro. Tom Bombadil per lui doveva rappresentare probabilmente molte cose: un enigma intenzionale, l’espressione di contenuti importanti; infine, un elemento che trascende il punto di vista del narratore sulla storia.
Come si può dirlo?
Perché ne parla lo stesso autore nelle sue lettere. Ma quindi, chi è Tom Bombadil?
In realtà, per la famiglia dello scrittore era una figura ben nota: il personaggio prendeva spunto da una bambola olandese che apparteneva al secondogenito Michael. La bambola aveva un cappello piumato. Una volta fu trovarono a testa in giù nella tazza del gabinetto, infilato lì dal piccolo John, il primogenito a cui evidentemente non piaceva molto. Per tutti gli anni Venti e Trenta del Novecento, Tom fu il protagonista di una serie di storie inventate da Tolkien per i suoi figli. Alla fine queste storie un po’ sconclusionate furono raccolte in un volume di poesie intitolato Le Avventure di Tom Bombadil, appunto.
Questa connessione col mondo infantile dei figli di Tolkien è significativa e rimane anche nel personaggio del Signore degli Anelli, col suo carattere gioviale, le sue risate e perfino negli abiti, con la sua giacca blu e gli stivali gialli!
Dopo la pubblicazione del romanzo, moltissimi lettori scrissero all’autore per conoscere l’origine di Tom Bombadil. Tolkien pazientemente rispondeva a tutti e alcune lettere sono state tramandate, come si può leggere nel volume Paesaggi della Terra di Mezzo:
«L’ho inserito perché l’avevo già inventato per conto suo…
e avevo bisogno di un’‘avventura’ durante il viaggio di Frodo» (p. 57)
Tolkien ha dunque inserito nei primi capitoli del Signore degli Anelli frammenti di narrazioni precedenti, estranee al contesto del suo legendarium e invece ben radicate nelle “tradizioni” della famiglia Tolkien da una parte e del folclore inglese dall’altra. Ma Tom Bombadil non solo si è “tirato dietro” alcuni dei personaggi che facevano già parte del suo mondo (Baccadoro, il Vecchio Uomo Salice e l’Essere dei Tumuli), ma il personaggio “trapiantato” ha reagito al nuovo contesto e ha generato significati che hanno destato l’interesse di Tolkien.
Tom nasce dunque al di fuori del Signore degli Anelli e reca in sé le tracce della propria origine. “Entrato” nel romanzo, il personaggio non si armonizza, ma si conquista una forte coerenza interna e una nitida personalità. Terminato il romanzo, scompare dalla Terra di Mezzo. È stato lì, ma per alludere ad altro. A cosa? La risposta è in parte già emersa ed è costituita dalla costellazione di significati richiamati: natura, semplicità, spontaneità, armonia, ingenuità sono tutte caratteristiche di questo personaggio e, insieme alla sua connessione col mondo infantile, aiutano a comprenderne il senso.
Su Tom Bombadil si potrebbe scrivere molto altro e le ipotesi su di lui sono tante: pensate che un approfondimento costituisce un intero capitolo de Paesaggi della Terra di Mezzo!!!