Care lettrici, cari lettori,
si avvicina la fatidica data di uscita di “Cronache Del Crepuscolo – L’ Abisso del Dimenticato”, il nuovo romanzo fantasy di Ivan Sgandurra.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato della genesi del mondo di questo romanzo epico ispirato a vent’anni di campagne GDR che l’autore ha affrontato con la sua fedele compagnia di avventurieri.
Ma cos’è un romanzo fantasy senza le sue mappe? Dunque oggi ci addentriamo nella geografia del mondo in cui i protagonisti Eoliel e Hyr si muovono, e approfondiamo alcuni aspetti legati all’arco temporale della storia.
STORIA E GEOGRAFIA DELLE CRONACHE DEL CREPUSCOLO
di Ivan Sgandurra
Le Cronache del Crepuscolo si dipanano in un mondo esteso quanto la nostra terra, abbracciando migliaia di città e centinaia di regioni, stati e organizzazioni sociali.
Eoliel e Hyr, per via della loro origine peculiare, ignorano ogni cosa del mondo che li circonda, ma lo scenario nel quale agiscono non è una statica rappresentazione di superficie. Non esistono zone bianche, città e nazioni il cui nome è semplicemente un contenitore vuoto.
Ogni luogo ha infatti una sua storia, anche se nella maggior parte dei casi non verrà mai approfondita per non tediare il lettore.
Se c’è infatti una cosa che non ho mai apprezzato in certe storie fantasy, è che il mondo viva in un medioevo permanente dove a distanza di secoli o millenni, regni, città e popoli sono congelati in un eterno presente.
Nelle Cronache del Crepuscolo il medioevo è passato da poco e siamo in una sorta di rinascimento, agli albori dell’epoca moderna. Che il mondo non sia progredito in millenni – lo si vedrà nella storia – è in parte dovuto al ruolo della magia, in grado di spegnere l’ingegno rendendo inutili e non convenienti gli sforzi della tecnica e della scienza, cancellando la fatica e imbrigliando il genio degli artefici. Ma le città, quelle sì, come gli imperi, si sono succeduti nel tempo in un ciclo irregolare di sviluppo, crisi e cadute repentine o lente.
Se nella finzione letteraria, per rendere le diverse lingue, ho preferito la strada della traduzione e l’uso del latino per rappresentare l’antica lingua della magia, per i Regni e le città ho preso una decisione diversa. Duemila anni di Impero del Cornar sono stati scritti su pagine e pagine di appunti nel corso di due decenni, con alberi genealogici, famiglie imparentate, eredi legittimi e principi del sangue, attentati, guerre, ascese e declini. La stessa cosa, in misura minore, è avvenuta per le altre grandi nazioni del mondo che fanno da sfondo alla storia generale.
Il lettore potrà così trovarsi di fronte, sulla riva settentrionale del mare interno, a partire da occidente, a un Impero di esseri umani che già da mille anni non è più all’apice del proprio potere, ma è ancora lontano dalla decadenza, e anzi in piena floridezza economica. Retto da meno di un secolo da una nuova famiglia imperiale, il cui nome ho tratto da una reale famiglia di imperatori bizantini, si fonda sull’agricoltura e l’allevamento, oltre che sul commercio legato ad alcune città costiere. Fortemente influenzato dalla fede in un dio luminoso, l’Impero del Cornar è il soggetto politico e militare più potente nel nord del mondo – in cui muoveranno i passi Eoliel e Hyr – e dispone di una congrega di arcimaghi seconda solo a quella di Kuropoli, la città della magia, di un esercito di fanteria e di una cavalleria di dragoni.
Subito a est del Cornar, oltre il golfo di Pidna e le rovine occultate di quella che fu l’antica Tebe, sparita col suo millenario impero in un disastro cinquemila anni prima della nostra storia, sorge la Confederazione dell’Eptapoli. Un tempo soggetta all’Impero, da alcuni secoli ha guadagnato la libertà e si fonda sul potere di sette città stato, ognuna devota a una differente divinità. Si tratta di una civiltà più moderna e dinamica, con una forte ascesa sociale, tutta giocata sul commercio e sugli artefatti magici, che trovano in Kuropoli il punto di massimo sviluppo, insieme al legame con un oscuro e antichissimo passato. Kuropoli è l’unica città che non è mai caduta, sembra sempre esistita e non teme alcun esercito o potere in cielo o in terra. Perché questo? E durerà?
Ancora più a est, dopo il Golfo di Vilya, sorgono diversi piccoli regni e principati spesso in guerra gli uni con gli altri, alcuni dei quali formalmente sottoposti all’Impero, fondati su commercio, pesca e allevamento in territori montani inospitali e aridi. Poi, ancora più a est, ecco sorgere un secondo grande regno, retto da un monarca debole ma seguace di un forte fondamentalismo religioso legato al culto della Giustizia. Il Regno dell’Alba, con la sua antica capitale Amaurea, è ciò che si contrappone infatti alle sconfinate steppe dell’est e a territori desolati dove stormi di draghi neri hanno cancellato ogni traccia di umanità, almeno fino alle mura del lontano e florido Katai.
Nell’Abisso del Dimenticato ci spingeremo solo di poco a nord e a sud di questi potentati, e verremo allora a sapere di diverse Marche di Confine a nord dell’Eptapoli, come quella di Eseba o il Ducato di Heliu, le Marche Elfiche e tre diverse Marche, fra cui quella di Timis, retta dalla Contessa Carmilla IV (da troppo tempo per pensare che la sovrana sia davvero umana). Oltre queste Marche, nello sconfinato nord troveremo solo tribù raminghe, zone devastate e infine le lontane terre degli Elfi, dei Nani e dei Giganti, fino alla misteriosa città montagna di Rondogorgoth, nel lontano nord-est, dove la terra pare essere stata squarciata da un cataclisma epocale.
A sud del mare interno, invece, troveremo tre diversi Regni: da ovest a est Zidanthas, Serteria e Keferdi regnano da alcuni secoli, dopo l’indipendenza strappata all’Impero. La storia di rivalità fra queste tre potenze influenzerà non poco le vicende dei nostri eroi viaggiatori, ma ancor di più la misteriosa cintura di Karnack più a sud, prima delle grandi montagne della spina dorsale del mondo, dove alcune antiche città nascondono un passato da cui emergono rovine e fortezze sotterranee sigillate da millenni. Su quelle stesse montagne sorge infine l’Impero nanico di Makhul, retto da sempre da due imperatori gemelli, Fjalar e Galaar, rifugiatisi lontano dai cugini del nord per un’antica faida persa, sembra alle origini della storia.
Oltre la dorsale di Tiamat, nell’emisfero sud, vengono poi i territori delle giungle infinite, dei picchi vulcanici e di potentati di cui non è rimasto che cenere, in deserti dalla dubbia origine naturale. Infine, ancora più a sud, un impero misterioso ed elusivo, detto Impero Sempiterno, veglia con le sue navi volanti su popoli giudicati inferiori, ma per qualche motivo esita a spingersi oltre la grande foresta vergine che molti chiamano la Culla del Mondo, e dove si narra di enormi ali verdi, e di un nome che pochi osano sussurrare.
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Leggi gli approfondimenti dedicati:
La nascita di Cronache Del Crepuscolo – prima parte
La nascita di Cronache Del Crepuscolo – seconda parte