Appassionato di giardinaggio, Tolkien trasmise questa sua predilezione al personaggio in cui più si riconosceva: Bilbo Baggins.
Nel primo capitolo dello Hobbit, risulta addirittura commovente l’entusiasmo con cui Bilbo descrive i fuochi d’artificio di Gandalf paragonandoli a fiori: gigli, bocche di leone e ginestre.
Nel Signore degli Anelli è lo stesso Gandalf, appena giunto a Hobbiton per partecipare alla grande festa di compleanno organizzata da Bilbo, a complimentarsi con il vecchio hobbit per la bellezza del suo giardino. Anche in questo caso vengono citate varietà floreali che fanno allegramente capolino dalle finestre tonde della casa hobbit di Bilbo: ancora bocche di leone, girasoli, nasturzi rossi e gialli.
Il giardino di casa Baggins non doveva essere un caso isolato nella Contea, descritta come «campagna scrupolosamente ordinata e curata». I giardini delle dimore hobbit occhieggiavano tra campi arati e coltivati, prati e boschetti, rendendola simile al paesaggio rurale dell’Inghilterra così come doveva apparire a Tolkien e ai suoi conterranei, tra Ottocento e Novecento.
È risaputo che il giardinaggio ha sempre rappresentato per il popolo inglese una grande passione.
Prima dell’Ottocento in Inghilterra convivevano due esperienze di giardino: una che riprendeva gli schemi del continente europeo e una seconda, autoctona, che approfondisce il contrasto tra giardino coltivato e giardino cosiddetto “naturale”. Il XIX secolo rappresenta un’epoca di grande importanza per la storia del giardinaggio inglese, sia per quanto riguarda lo stile compositivo e la progettazione, sia per il nuovo significato che il termine “giardino” assume.
I maestosi ed immensi parchi paesaggistici dell’aristocrazia terriera tendono a lasciar spazio a un maggior numero di giardini, realizzati su scala minore ma spesso ricchi di originalità e fantasia nel design e nella scelta delle specie da coltivare, appartenenti a un ceto sociale medio-alto borghese in forte ascesa: è il cosiddetto cottage garden.
Tolkien infonde ai giardini della Contea le caratteristiche più significative del “giardino borghese”: la presenza di aiuole e fiori; la recinzione tramite semplice steccato; la posizione rispetto alla casa, per cui il piccolo spazio di natura più o meno addomesticata si dispone intorno all’abitazione; la presenza del vialetto d’ingresso; l’assenza di alberi ad alto fusto.
In una lettera, Tolkien si dice d’accordo con chi vede che il nocciolo del Signore degli Anelli non è la discordia, la guerra e l’eroismo ma nella libertà, nella pace e nei piccoli piaceri della vita».
Molto probabilmente, secondo il professore tra questi ultimi c’era anche il giardinaggio, come strumento per mantenere un continuo contatto con la natura.
Questa e altre riflessioni si possono trovare nel volume Paesaggi della Terra di Mezzo, pubblicato da Eterea, che si può trovare qui.